dal 24 al 27 gennaio 2019
di e con Giovanni Greco
Regia Massimo Roberto Beato
Allestimento scenico Jacopo Bezzi
Aiuto regia Ferrante Cavazzuti
Costumi e trucco Silvana Biagini
Una cena che si svolge in solitudine ogni sera. Tanti ospiti invisibili. La padrona di casa è Nadežda Mandel’štam, moglie del più grande poeta russo del secolo scorso, Osip Mandel’štam, morto in un gulag a seguito delle persecuzioni staliniane. Su di lui e sulla sua meravigliosa poesia sarebbe sceso l’oblio, se la moglie non avesse nel tempo imparato a memoria migliaia di quei versi, ripetendoli per mesi e per anni, mentre sfuggiva agli artigli di Stalin, il quale aveva messo all’indice quei versi che lo facevano bersaglio polemico. Nadežda nel 1938 e che ne salva la memoria fino alla morte di Stalin, avvenuta nel 1953. Rincorsa dai molti fantasmi della sua vita (poeti, scrittori, amanti del marito, politici) oltre che dai sicari del dittatore, si ritrova ogni sera e fino all’alba a rivivere quel ‘banchetto in tempo di peste’ che celebravano con il marito, Osja, quando era ancora in vita. Ma la cena di questa sera non sarà come le altre, la veglia di questa sera avrà un esito inatteso, l’insonnia e la resistenza decennale della donna troverà un senso che neppure lei poteva sospettare…