di Massimo Roberto Beato
regia Elisa Rocca e Jacopo Bezzi
con Sofia Chiappini e Pavel Zelinskiy
musiche originali Giorgio Stefanori
Anno 2089. Gli sconvolgimenti climatici hanno provocato una estinzione di massa che ha colpito la maggior parte delle popolazioni, soprattutto le più povere, causando carestie e morti. Le super potenze rimaste, per garantirsi la sopravvivenza, hanno costruito un maestoso muro al centro del vecchio continente europeo, creando un nuovo stato: Eutòpia.
Non tutti i migranti possono essere accolti. Per essere ammessi, legalmente, è necessario ottenere un coefficiente di accessibilità. Dunja (Sofia Chiappini), una ragazza serba e Aleksey (Pavel Zelinskiy), un uomo russo, si incontrano a pochi chilometri dal confine meridionale col muro e decidono, spinti dalla disperazione, di stringere un folle patto per tentare di essere ammessi come nucleo familiare, aumentando perciò il proprio coefficiente di accessibilità.
In realtà complesse come la Comunità Europea, segnate da fenomeni migratori di inedite proporzioni, il lavoro teatrale acquisisce nuove potenzialità (o forse ne recupera di antiche). In quest’ottica il teatro può costituire la lingua universale di «intercomprensione» tra i popoli, capace di abbattere muri e barriere ideologiche.
Dicono di noi
Oltre il Muro è capace di sfidare l’eurocentrismo convenzionale, reinserendo nella riflessione collettiva la percezione più sana di comunità, di insieme, di famiglia. Oltre il Muro combatte il pregiudizio attraverso la memoria e attraverso l’esposizione visiva tragica, struggente e dolorosa, a tratti quasi cinematografica, del reietto sociale; e riesce, infine, a lasciare in silenzio la platea che, finalmente, ritorna a pensare e a ricordare.
DELIA AMENDOLA, ARTWAVE
Oltre il muro è senza dubbio un’opera ben riuscita, di non semplicissima fruizione (visto l’argomento trattato), dalla tanta cura, dimostrata nelle scelte registiche, nei giochi di specchi e di luci sui volti, negli innesti musicali che fanno da contrappunto sonoro al tessuto narrativo. […] I due attori (valore aggiunto: lei ha la mamma serba, lui ha vissuto in Russia fino ai suoi 11 anni) si prestano ottimamente nel dare anima, voce e credibilità alle difficoltà di tanti altri disperati, cui il mondo dei più fortunati guarda con estrema sufficienza, se non con totale disprezzo.
LUCIANO LATTANZI, MEDIA&SIPARIO
Una pièce di alto livello ed in cui un po’ tutto funziona: la regia di Elisa Rocca e Jacopo Bezzi; il luogo in cui l’opera viene messa in scena; le strepitose e performances dei due interpreti, Sofia Chiappini e Pavel Zelinskiy, abilissimi e di profondità magnetica nel reggere un intero spettacolo a due , dando vita a ritratti psicologici più che convincenti, cambiando continuamente registro recitativo, ed entrambi impegnati in una “gara di bravura” in cui, obiettivamente, stabilire un “vincitore”/“vincitrice” si rivelerebbe impresa a dir poco ardua (oltre che del tutto superflua).
ALESSANDRO POGGIANI, AGR PRESS